Manifesto 2023: La lotta rivoluzionaria nell'era del collasso capitalista
Siria: il popolo ha rovesciato la tirannia di Assad!
Rapporto e documenti del "Forum della sinistra immigrata contro la guerra" (2-3
novembre 2024)
Cina: sullo stalinismo, la restaurazione capitalista e la teoria marxista dello Stato
Cina: sul rapporto tra il Partito “Comunista” e i capitalisti
La Grande Guerra incombente nell’Africa Orientale
La rivoluzione permanente in Medio Oriente e il carattere aristocratico della classe operaia israeliana
L'Iran colpisce Israele per rappresaglia contro i suoi crimini di guerra
Scandaloso verdetto contro l'attivista filo-palestinese Michael Pröbsting
Processo all'attivista filo-palestinese Michael Pröbsting: udienza d'appello il 21 agosto
Difendiamo il Libano e Gaza - Sconfiggiamo Israele!
Spalakh (Ucraina) si unisce alla TCRI!
Bolivia, ripudiamo il colpo militare
Cipro, l'UE e l'imminente guerra tra Israele e Hezbollah
La risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU sul cessate il fuoco nella guerra di Gaza è un'occasione e una trappola
Genocidio di Gaza: il procuratore capo della CPI chiede mandati di arresto per i leader israeliani e palestinesi
L'imperialismo europeo: una svolta verso gli armamenti e la militarizzazione
Quale dovrebbe essere la posizione dei socialisti sull’imminente guerra tra Israele e Iran?
Il Sud del mondo al centro della rivalità interimperialista
Primo maggio 2024: unità rivoluzionaria nella lotta contro l'imperialismo!
L’Iran risponde all’aggressione israeliana
In Ucraina e in Palestina: contro gli occupanti! Sostenere il popolo oppresso! (Dichiarazione congiunta di Spalakh [Ucraina] e della TCRI)!
TRT riferisce del processo contro Michael Pröbsting
Austria: processo contro l'attivista filo-palestinese Michael Pröbsting il 2 maggio
Petizione: No alla denuncia penale contro l'attivista filopalestinese Michael Pröbsting!
Tesi sul crescente impatto della questione nazionale e democratica
Spalakh (Ucraina) si unisce alla TCRI!
Guerra e rivoluzione in Medio Oriente
Il massacro di Al-Rashid a Gaza: un crimine di guerra particolarmente efferato, anche per gli standard israeliani!
Quando il presidente Lula accusa Israele di genocidio a Gaza, si sbaglia?
Incontro internazionalista a Milano: una conferenza stimolante!
Austria: le forze filo-israeliane presentano una denuncia penale contro Michael Pröbsting
"È il momento di espellere gli occupanti!" (Sostenete l'eroica resistenza palestinese!)
Argentina, mobilitazioni contro le leggi di austerità di Milei (02.02.2024)
L'UE imperialista sta inviando navi da guerra nel Mar Rosso per combattere gli Houthi
Auguri rivoluzionari di buon anno per il 2024
Russia: I "membri disciplinati del partito" di Zyuganov
Sulle tattiche internazionali in solidarietà con la lotta per la liberazione della Palestina
Il confronto internazionale conferma: Israele è un serial killer di bambini
Esempi pratici di solidarietà internazionale dei lavoratori con Gaza
Hamas è un'organizzazione terroristica?
Manifesto sul primo anniversario della guerra ucraina
Segni di unità e di demarcazione
L'intelligenza artificiale: un mostro leviatano al servizio della classe dirigente
L’imperialismo russo e i suoi monopoli
Russia: L'agonia mortale del regime di Putin
Concluso con successo il 4° Congresso internazionale della TCRI/RCIT
Haiti: per la resistenza popolare contro l'intervento militare dell'ONU!
Dibattito internazionale tra socialisti su Cina e BRICS+ [RCIT, UIT-CI e PTS/FT] (11.9.2023)
Il tentativo di colpo di stato di Prigozhin in Russia: una lotta tra ladri
L'integrazione nella NATO: una trappola imperialista per il popolo ucraino!
Guerra in Ucraina: sostenitori platonici
L'Ucraina sta per diventare l'"Israele" della NATO in Europa orientale?
Russia: Il RRP e il suo "socialismo di guerra"
Opportunismo proclamato a gran voce e un silenzio assordante (RRP russo)
Dmitry Petrov: la morte di un combattente antimperialista
Russia: iniziativa congiunta antimperialista dei social rivoluzionari
La nostra solidarietà è con il popolo ucraino!
Guerra ucraina: un punto di svolta di importanza storica mondiale
"Autodeterminazione per il Donbass": uno slogan reazionario al servizio dell'imperialismo russo
Uno slogan marxista e la sua caricatura
Libertà immediata per i compagni incarcerati del sindicalismo combattivo italiano!
Difendere il popolo ucraino dall'invasione di Putin! Abbasso l'imperialismo russo e della NATO!
Né Nato né Russia! No a tutti guerrafondai imperialisti!
Su alcune caratteristiche ideologiche della controrivoluzione COVID
Lo sviluppo demografico della Cina e la politica Zero COVID
"Green Pass" e vaccinazioni obbligatorie: una nuova fase della controrivoluzione COVID
"Omicron": Un pretesto per esacerbare gli attacchi della controrivoluzione COVID
La rivolta popolare in Kazakistan e i "comunisti" patriottici di Putin
Primo Maggio 2023: unire le forze nella lotta contro i padroni e le grandi potenze!
Lettera aperta: grandi compiti richiedono grande iniziativa!
Sei punti per una piattaforma di unità rivoluzionaria per l'oggi
Guerra commerciale mondiale: no al gingoismo delle grandi potenze occidentali e orientali!
Saluti rivoluzionari per il nuovo anno 2022
Compagno Maruthei Thangavel (1954-2021): La partenza di un rivoluzionario
Austria: il "macho" leader del FPÖ Strache costretto a dimettersi – Il governo di destra in crisi!
Lettera aperta a tutte le organizzazioni e agli attivisti rivoluzionar
Né globalizzazione imperialista né protezionismo imperialista! Per la solidarietà internazionale e la lotta unitaria della classe lavoratrice e degli oppressi!
Dichiarazione unitaria della Revolutionary Communist International Tendency (RCIT), del Marxist Group ‘Class Politics’ (Russia), della Alkebulan School of Black Studies (Kenya), del Pan-Afrikan Consciousness Renaissance (Nigeria), della Courant des Jeunes Penseurs Congolais (Democratic Republic of Congo), e di Sınıf Savaşı (Turkey)
1. Una guerra commerciale mondiale incombe fra tutte le grandi potenze dell'Ovest e dell'Est - USA, Cina, UE, Giappone, Russia, e altre potenze imperialiste. Le sanzioni economiche incrociate fra le varie potenze sono iniziate già nel 2014, quando USA e UE le imposero alla Russia, e viceversa. Attualmente, con le ultime misure esecutive di ritorsione, l'amministrazione Trump si accinge ad imporre sanzioni di più ampia portata contro i suoi rivali. Senza dubbio, un'escalation della guerra commerciale globale avrebbe conseguenze devastanti per l'economia mondiale e per le condizioni di vita dei lavoratori.
2. Lo sfondo di questo peggioramento generale delle relazioni è l'accelerata rivalità fra le grandi potenze. Per questo motivo, le sanzioni economiche sono un'espressione di un antagonismo inter-imperialista che condurrà anche, prima o poi, a tensioni e conflitti militari. L'intensificazione dello sciovinismo delle grandi potenze è, in queste condizioni, inevitabile. Un tale gingoismo mira ad avvelenare la coscienza dei lavoratori istigando odio nazionalista negli uni contro gli altri.
3. Le grandi potenze utilizzano le sanzioni economiche anche per imporre i loro diktat politici ed economici ai paesi minori del Sud del mondo. Nord Corea, Iran, Zimbabwe, Venezuela, vari paesi del Sud-Est asiatico, etc. sono diventati vittime di tali sanzioni, o della minaccia di sanzioni. Analogamente, le grandi potenze discriminano i popoli oppressi dei paesi poveri restringendo il loro diritto di viaggiare o di richiedere asilo (vedi il "Muslim Ban" di Trump, il razzista progetto Frontex della UE nel Mediterraneo e nei Balcani, la discriminazione russa contro i popoli del Caucaso e dell'Asia Centrale, etc.)
4. In vista del profilarsi di una guerra commerciale globale, i socialisti fanno appello ai lavoratori e alle organizzazioni popolari di tutto il mondo affinché agiscano con determinazione sulla base dei principi di solidarietà della classe lavoratrice internazionale. Questi principi sono validi in tempi di pace e in tempi di guerra, in caso di sanzioni economiche così come in caso di aggressione militare.
* No alla guerra commerciale globale! Opporsi al gingoismo delle grandi potenze all'Ovest e all'Est! Contro le dimostrazioni di forza militariste! Negli Stati imperialisti, i socialisti dicono: "Il nemico è a casa nostra!". In caso di sanzioni o guerra commerciale fra USA, Cina, UE, Russia, Canada, Giappone o altre potenze, i socialisti di tutti i paesi coinvolti si devono opporre a queste sanzioni.
* Abbasso le sanzioni imperialiste contro i paesi semicoloniali come Corea del Nord, Iran, Zimbabwe, Venezuela e altri! Difendiamo questi paesi contro tutte le forme di aggressione imperialista! Ma nessun sostegno politico ai regimi antioperai di questi Stati!
* Abbasso il regime imperialista dei confini! Aprire i confini ai rifugiati! Difendiamo i migranti musulmani contro il razzismo islamofobico!
* Né globalizzazione imperialista né protezionismo imperialista! Contro tutte le grandi potenze e le multinazionali all'Ovest e all'Est! Per la solidarietà internazionale e per una lotta unitaria oltre tutte le frontiere in difesa degli interessi dei lavoratori e degli oppressi!
Le sottoscritte organizzazioni
Revolutionary Communist International Tendency (Zambia, Kenya, Pakistan, Sri Lanka, Yemen, Tunisia, Israel / Occupied Palestine, Brazil, Mexico, Aotearoa/New Zealand, Britain, Germany, and Austria), www.thecommunists.net
Marxist Group ‘Class Politics’ (Russia), https://mgkp.github.io/(Critical Remarks)
Alkebulan School of Black Studies (Kenya), https://www.facebook.com/alkebulanschool/
Sınıf Savaşı (Turkey), http://sinif-savasi.blogspot.com
Pan-Afrikan Consciousness Renaissance (Nigeria), https://m.facebook.com/pacorenaissance/?ref=bookmarks
Courant des Jeunes Penseurs Congolais (Democratic Republic of Congo), Facebook : Cogito RDC
Altri firmatari
Grupo Interdisciplinario de Participación Inclusiva (Mexico), https://www.facebook.com/Grupo-Interdisciplinario-de-Participaci%C3%B3n-Inclusiva-803935076374657/
Coordinadora Nacional Estudiantil (Mexico)
Pacesetters Movement (Nigeria), Facebook: PACESETTERS MOVEMENT OAU
Nessuna speranza in nuove elezioni. Organizzare la resistenza attiva!
Dichiarazione della RKOB, sezione austriaca della RCIT, www.rkob.net, 18.5.2019
1. Il partito di destra populista e razzista FPÖ (Partito della Libertà Austriaco) ha subito una grave crisi nelle ultime 48 ore. Il loro leader Heinz-Christian Strache, che guida il partito da 14 anni, è stato filmato di nascosto mentre, insieme al leader del gruppo parlamentare del partito Johann Gudenus, ha avuto un incontro con presunti finanziatori russi. Con essi ha parlato per sette ore di opportunità di investimento in Austria, consumando nell'occasione molto alcol (e forse altre sostanze). Il contenuto di queste conversazioni è così esplosivo che sia Strache che Gudenus hanno dovuto rassegnare le dimissioni da tutte le posizioni nel governo e nel partito. Strache si è anche dovuto scusare con sua moglie, nel rassegnare le dimissioni, per il suo comportamento nei confronti di una donna russa presente all'incontro. Ma il sessismo di Strache e del suo partito erano ben noti.
2. Il video rivela, oltre agli insulti contro l'attuale Primo Ministro e leader del Partito Popolare Austriaco (ÖVP) Sebastian Kurz, suggerimenti su come elargire donazioni al FPÖ tramite una "istituzione non-profit". Nel video, Strache spiega che molti milionari austriaci, come Heidi Horten, René Benko e Gaston Glock, o grandi aziende come Novomatic, stanno in questo modo già facendo donazioni segrete al FPÖ, così come al ÖVP. In cambio, questi capitalisti ricevono commesse pubbliche e agevolazioni fiscali. In aggiunta, Strache propone agli investitori russi di acquistare il giornale di destra Kronen-Zeitung (il quotidiano più diffuso in Austria). In questo modo, essi dovranno poi sostituire il personale e rendere il giornale un forte sostenitore del solo FPÖ. Strache si riferisce all'ungherese Orban definendolo un modello. Inoltre, Strache offre ai russi l'acquisto di STRABAG, una grande impresa di costruzioni che appoggiava il piccolo partito borghese liberale NEOs. Come contropartita per tutto questo, i presunti imprenditori russi avrebbero ricevuto appalti pubblici.
3. L'FPÖ è comunque in crisi non solamente a causa di questo video. Negli ultimi mesi, diversi funzionari del partito sono diventati noti per le loro relazioni con l'organizzazione di estrema destra Identitäre Movement. In alcuni di questi casi ci sono state anche donazioni a questo movimento. Pochi giorni fa, il leader neonazista austriaco Gottfried Küssel, recentemente uscito di prigione, ha confermato il passato estremista di Strache, dichiarando che a porte chiuse Strache si è messo in posa come fanatico nazionalsocialista. Küssel ha detto che in futuro potrebbe rivelare ulteriori dettagli in merito.
4. Di fronte a una tale crisi del FPÖ, non stupisce che il conservatore Partito Popolare Austriaco chieda nuove elezioni. Sebastian Kurz ha stabilito un tipo di leadership bonapartista all'interno del ÖVP, e ha spinto per una coalizione con l'FPÖ. È nel suo interesse, ora, prendere le distanze pubblicamente dal FPÖ. Kurz ha inoltre calcolato che il suo partito riceverebbe molto consenso in caso di nuove elezioni. Se il risultato elettorale del FPÖ sarà magro, Kurz potrebbe sperare di formare nuovamente una coalizione con l'FPÖ, con rapporti di forza molto migliori a vantaggio dei popolari (qualcosa di simile è accaduto nel 2002). Un simile scenario sarebbe molto favorevole per l'ÖVP.
5. Non dovrebbe sorprendere che i socialdemocratici (SPÖ) e anche molti gruppi di sinistra spingano per nuove elezioni. Ma ciò che è necessario ora non è un nuovo round di elezioni borghesi. Dalle ultime elezioni, il Partito Socialdemocratico si è spostato ancora più a destra. Il movimento operaio austriaco è dominato da una leadership massicciamente borghesizzata. Settori sia delle direzioni sindacali che del SPÖ (il principale partito operaio borghese in Austria) hanno cercato la cooperazione con l'FPÖ. Nel Land di Burgenland e a Linz i socialdemocratici hanno persino formato una coalizione di governo con l'FPÖ. Inoltre, essi hanno sostenuto agli attacchi contro i nostri fratelli musulmani (vedi, la "legge sull'Islam" e il divieto del velo). Se ci fossero elezioni oggi, nessun partito meriterebbe un sostegno.
6. Nell'attuale situazione, la corretta prospettiva è la costruzione di un movimento di resistenza generale. Le "dimostrazioni del giovedì" (manifestazioni antigovernative settimanali) finora sono state molto piccole e caratterizzate da un orientamento largamente piccolo-borghese. Abbiamo bisogno di un movimento di protesta dei lavoratori, che organizzi scioperi politici nei posti di lavoro e nelle scuole. Abbiamo bisogno di un movimento in cui i settori oppressi – giovani, donne, immigrati e musulmani – abbiano un ruolo centrale. Un tale movimento deve essere diretto contro il governo capitalista e la sua politica, e contro il razzismo e l'islamofobia. Allo stesso tempo, si rende cruciale la costruzione di un nuovo partito dei lavoratori. La RKO Befreiung, sezione austriaca della Tendenza Comunista Rivoluzionaria Internazionale (RCIT), fa appello alle forze d'avanguardia per concentrarsi sulla costruzione di un partito di resistenza contro le politiche di austerità neoliberali e contro il razzismo. Diciamo: questo nuovo partito dei lavoratori deve essere basato su un programma rivoluzionario, per organizzare coerentemente questa resistenza. Un tale programma può dare il giusto orientamento per distruggere il sistema capitalista e costruire una società socialista.
7. La RKO Befreiung fa appello a tutti i militanti critici del SPÖ e delle sue organizzazioni affiliate (aree sindacali, organizzazioni giovanili, organizzazioni studentesche universitarie, ecc.) a organizzare una lotta coerente in questa direzione. L'obbiettivo deve essere la costruzione di una corrente di sinistra che stabilisca una stretta cooperazione con tutte le forze progressive nella classe lavoratrice e con tutti i settori oppressi che si trovino fuori dal SPÖ. Infine, si renderà necessaria una scissione dal SPÖ per combattere contro la sua leadership borghese, che si è spinta fino alla collaborazione con l'FPÖ. L'esperienza di una tale lotta può essere preziosa per la costruzione di un nuovo partito dei lavoratori, multinazionale e antimperialista. Non dobbiamo permettere che l'esito della crisi del FPÖ e del governo di destra sia unicamente la convocazione di nuove elezioni. Non abbiamo bisogno di nuove elezioni, ma di costruire insieme una resistenza attiva!
Agli inizi di una nuova fase politica: per l'unità dei rivoluzionari nella lotta contro la controrivoluzione in marcia!
A cura della Tendenza Comunista Rivoluzionaria Internazionale (RCIT), 29.12.2015, www.thecommunists.net
Mentre si approfondisce la crisi del capitalismo, lasciando una scia di guerre e miseria, la classe lavoratrice e gli oppressi sono politicamente disorientati dalle loro direzioni riformiste e populiste. La risultante paralisi politica costituisce un grave pericolo per le masse popolari che fronteggiano una nuove fase politica di offensive controrivoluzionarie della borghesia. In una situazione del genere, è questione di massima urgenza per i rivoluzionari portare avanti la lotta per un nuovo Partito Mondiale della Rivoluzione Socialista e quindi, come primo passo, battersi per l'unità basata sull'accordo sui compiti programmatici e organizzativi cruciali per la lotta di classe odierna.
La presente situazione mondiale non può essere compresa fuori dal contesto della fase storica globale aperta con la Grande Recessione del 2008. Questa fase di lungo periodo è caratterizzata dalla caduta del saggio di profitto e dalla decadenza capitalista. In questo scenario, la borghesia di tutto il mondo ha meno margine di manovra per fare concessioni alla classe lavoratrice.
Da ciò risulta che i capitalisti sono costretti ad accelerare i loro attacchi alla classe lavoratrice e alle masse popolari, come mostrano i numerosi programmi di austerità e privatizzazione in Grecia, Portogallo, Spagna, Brasile, Sudafrica etc., così come se ne ha conferma negli attacchi ai diritti dei lavoratori, come quelli a cui stiamo assistendo in Cina, Sud Corea, Cambogia o Vietnam.
Per la stessa ragione, i monopoli imperialisti stanno incrementando il super-sfruttamento dei paesi semi-coloniali (il cosiddetto “Terzo Mondo”), col risultato di programmi barbarici dell'FMI, programmi di ripagamento del debito, sottrazione della terra e aumento della povertà, di cui abbiamo testimonianza in tutta l'Africa e l'America Latina, così come in molti paesi come l'India e il Pakistan, per nominare solo quelli più vasti e notevoli. Inoltre, le Grandi Potenze e i loro lacchè stanno sempre più dislocando truppe di terra, navi da guerra e forze aeree per espandere la loro influenza al Sud (vedi NATO in Afghanistan e Iraq; intervento russo in Siria; intervento francese in Mali e nella Repubblica Centrafricana; truppe cinesi nel Sud Sudan; missione dell'Unione Africana in Somalia, etc.)
Analogamente, la decadenza del sistema capitalista fa intensificare la rivalità tra le Grandi Potenze imperialiste (gli USA, l'UE, il Giappone, la Cina e la Russia). Di qui, vediamo l'aumento del numero di conflitti tra le Grandi Potenze per le sfere d'influenza (ad esempio, in Ucraina, in Siria o in Asia orientale). Altre manifestazioni di questa rivalità sono i vari progetti dell'imperialismo USA (gli accordi di libero scambio TTP e TTIP) così come quelli dei nuovi imperialisti orientali (Cina e Russia) che stanno sfidando sempre più l'egemonia dei vecchi imperialisti occidentali (vedi il piano di sviluppo cinese del canale di Nicaragua; la Nuova Banca per lo Sviluppo fondata dagli Stati BRICS come alternativa all'esistente Banca Mondiale dominata da nordamericani e europei; la diffusione di scambi in yuan e rubli, etc.).
Il risultato di queste contraddizioni in accelerazione nel sistema capitalistico mondiale è un numero crescente di lotte di classe, insurrezioni popolari, controffensive reazionarie, colpi di Stato e guerre. La Rivoluzione Araba iniziata nel dicembre 2010 ne è un primo esempio: la classe lavoratrice e i poveri hanno spazzato via dittatori brutali come Ben Alì, Gheddafi, Mubarak e Saleh. Ma, siccome le direzioni liberali e islamiste non potevano offrire una prospettiva progressiva, hanno sofferto terribili disfatte, come lo schiacciamento delle proteste democratiche in Bahrain, il colpo di Stato del Generale Sisi in Egitto, e il ritorno della vecchia guardia di Ben Alì in Tunisia. In Libia le Grandi Potenze supportano le forze reazionarie del Generale Haftar e provano a forzare il governo borghese-islamista di Tripoli a capitolare. In Yemen, le forze saudite col loro burattino Hadi hanno invaso il paese per distruggere la Rivoluzione yemenita.
In Siria la lotta rivoluzionaria di liberazione sta continuando, ma ha di fronte a sé gravi minacce. La dittatura sanguinaria di Bashar al Assad – con il pieno supporto dell'imperialismo russo così come di quello iraniano – sta continuando la sua guerra di distruzione contro il suo stesso popolo. Allo stesso tempo, la Rivoluzione Siriana è minacciata dall'ascesa del controrivoluzionario Daesh (il cosiddetto “Stato Islamico”). Ultimo, non per importanza, tutte le Grandi Potenze sono unite nella volontà di liquidare la Rivoluzione Siriana, dal momento che temono sia una destabilizzazione dell'ordine imperialista nell'intera regione, sia un aumento di ondate di rifugiati in viaggio verso l'Europa.
L'ondata di lotte popolari in America Latina durante lo scorso decennio ha formato lo sfondo per l'elezione di una serie di governi di fronte popolare e di populismo borghese (Lula da Silva/Rousseff in Brasile, Chavez/Maduro in Venezuela, Morales in Bolivia, Correa in Ecuador, e Kirchner in Argentina). Questi governi – dominati da un settore della borghesia, governano secondo gli interessi di quest'ultima, essendo però basati sul sostegno di organizzazioni popolari e organizzazioni operaie – hanno potuto offrire qualche concessione alle masse popolari dal momento che questi paesi hanno vissuto una certa crescita economica basata sugli scambi più frequenti con la Cina così come su prestiti esteri massicci e investimenti diretti del nuovo potere imperialista orientale. Comunque, con il rallentamento dell'economia cinese e l'intensificazione degli sforzi dell'imperialismo statunitense per riguadagnare l'egemonia sul suo “cortile”, il modello borghese-riformista del castro-chavismo è esaurito e ha disilluso le masse.
La Grecia, una semi-colonia moderna nel sud dell'Europa, è l'esempio più lampante del brutale strangolamento che i paesi europei più poveri stanno soffrendo per mano dell'UE e dei monopoli imperialistici. Comunque, la Grecia è stata anche la prima linea della lotta di classe europea durante gli ultimi anni, con circa 40 scioperi generali succedutisi in quel paese. Come risultato, la sinistra riformista di SYRIZA è andata al governo nel gennaio 2015. In ogni caso, fedele alla sua natura di partito operaio borghese, ha apertamente tradito la classe lavoratrice formando un fronte popolare con il partito di destra razzista ANEL, e capitolando ai programmi d'austerità imposti dall'UE nonostante la schiacciante vittoria per l'OXI (“no”) nel referendum del 5 luglio.
Le contraddizioni in accelerazione del capitalismo stanno stimolando la lotta di classe al pari degli attacchi della borghesia in ogni parte del mondo. In Cina – un paese capitalista divenuto patria del più grande numero di miliardari nel mondo, così come del secondo più grande numero di aziende multi-nazionali – i lavoratori e i contadini poveri stanno prendendo confidenza nell'esprimere il loro disgusto verso i capitalisti, i manager e i burocrati. Secondo il China Labour Bulletin, che ha sede a Hong Kong, il numero di scioperi e proteste nel paese è raddoppiato ogni anno sin dal 2011. Analogamente, il 2 settembre 2015 l'India ha assistito a uno dei più grandi scioperi generali della sua storia, con 150 milioni di partecipanti. Nel Pakistan, parimenti, i lavoratori stanno continuando a resistere ai loro padroni e ai piani governativi di privatizzazione, come testimoniano le azioni dei lavoratori del settore energetico. In Thailandia, i lavoratori e i contadini poveri stanno ancora soffrendo la dura sconfitta del maggio 2014, quando i militari hanno messo in atto un colpo di Stato reazionario per cacciare il governo populista-borghese del primo ministro Yingluck Shinawatra.
In Sudafrica la classe lavoratrice e la gioventù hanno continuato la lotta contro il fronte popolare del governo ANC di Jacob Zuma, nonostante il vergognoso massacro di Marikana nell'agosto 2012. La scissione nella federazione sindacale COSATU, con la rottura della sua singola componente più grande, NUMSA, è stato un passo in avanti corretto, così come lo sono stati i tentativi di quest'ultima di formare un nuovo movimento politico. Nonostante le sue deficienze riformiste, questo progetto porterà, se andrà fino in fondo, alla formazione di un nuovo partito operaio. Similmente, le proteste di massa dei lavoratori e dei poveri in Burundi contro il vecchio dittatore Pierre Nkurunziza hanno dimostrato che le masse africane non sono rassegnate a soccombere ai loro dittatori reazionari, lacchè dell'imperialismo.
In ogni caso, nonostante le loro lotte eroiche, la classe operaia e gli oppressi non sono stati in grado di fermare i programmi d'austerità della borghesia, l'offensiva anti-democratica e i giochi di guerra imperialisti. Ancor peggio, in diversi paesi la classe dominante ha lanciato offensive controrivoluzionarie.
Nel Medio Oriente e nel Nordafrica, le Grandi Potenze e i loro servitori locali continuano a provare a strangolare la Rivoluzione Araba sostenendo vecchie e nuove dittature o tramite interventi militari esteri.
In America Latina, importanti settori della borghesia hanno lanciato offensive controrivoluzionarie con lo scopo di deporre i governi populisti e populisti-frontisti. Hanno già cacciato il governo kirchnerista in Argentina, hanno sostanzialmente indebolito il governo Maduro in Venezuela e stanno continuando senza sosta i loro tentativi di impeachment contro Dilma Rousseff in Brasile.
In Europa, la classe dominante sta incitando allo sciovinismo contro i migranti – particolarmente contro quelli di origine musulmana – e ha incominciato un processo sistematico di militarizzazione e repressione interna. Il presidente francese Hollande ha dichiarato uno stato d'emergenza di tre mesi (con il supporto del PCF ex-stalinista e del Front de Gauche!), estendendo assai il potere legale dell'apparato repressivo statale, e accelerando l'intervento militare in Siria. La Gran Bretagna e la Germania l'hanno seguito rapidamente. Le classi dominanti dell'UE imperialista temono le masse di rifugiati in arrivo in Europa (circa un milione nel 2015) e provano a far dimenticare alle persone che stanno soltanto assistendo alle conseguenze del barbarico ordine mondiale borghese.
Tutti questi sviluppi segnano il principio di una nuova fase politica: una fase d'intermezzo caratterizzata da un'offensiva globale controrivoluzionaria della classe dominante, che porta ad altri programmi d'austerità, repressione interna e guerre imperialiste, e che provocherà una resistenza di massa della classe lavoratrice e degli oppressi.
Sfortunatamente, la classe lavoratrice e gli oppressi mancano di una direzione rivoluzionaria. La loro resistenza è frenata dalla natura populista, riformista e burocratica dei loro dirigenti attuali. I capi dei sindacati e delle organizzazioni popolari, dei partiti riformisti borghesi e di quelli populisti piccolo-borghesi (i castro-chavisti, i kirchneristi e il PT di Lula e Rousseff in America Latina, SYRIZA in Grecia e altri socialdemocratici in Europa, gli stalinisti in India e i maoisti in Nepal), così come quelli di vari gruppi islamisti (la Fratellanza Musulmana, vari gruppi ribelli in Siria o gli Houthi in Yemen) – tutti hanno fallito nell'indicare ai lavoratori e alle masse popolari una via d'uscita dalla miseria capitalista e dall'umiliazione. La loro natura politica – aldilà dei rispettivi proclami “radicali” - li fa rimanere o diventare parte dell'apparato statale della classe dominante capitalista. È perciò difficile sorprendersi del fatto che costoro siano stati, o aspirino a diventare, un alleato di uno o diversi Grandi Potenze imperialiste.
I centristi di vario genere - “rivoluzionari” a parole, ma opportunisti negli atti – sono parte del problema, non la soluzione. Come regola generale, essi si adattano in modo opportunista direttamente all'apparato burocratico delle organizzazioni di massa e quindi, indirettamente, a questa o quella potenza imperialista. Noi ne indichiamo precisamente alcune: il CWI guidato da Peter Taafee, la IMT di Alan Woods, i lambertisti così come I mandelisti dell'NPA in Francia, che mancano costantemente di sostenere la resistenza contro l'occupazione imperialista nei paesi vittime delle potenze imperialiste (come l'Afghanistan, il Mali, l'Iraq); I morenisti della LIT che hanno salutato il movimento reazionario di Euromaidan in Ucraina così come il colpo di Stato in Egitto (così come ha fatto l'IMT); i centristi francesi come LO che sostengono la soppressione del diritto delle donne musulmane a indossare lo hijab nelle scuole; i centristi britannici che hanno sostenuto lo sciopero reazionario “British Jobs for British Workers” [“posti di lavoro britannici per lavoratori britannici”] nel 2009, che hanno denunciato invece la rivolta d'agosto del 2011, e che si oppongono alla parola d'ordine “confini aperti per i migranti” (così come il CWI e l'IMT); vari centristi che si rifiutano di difendere la Rivoluzione Siriana preferendo adottare una posizione neutrale (CWI, IMT, PTS/FT); i cliffisti (SWP in Gran Bretagna) che opportunisticamente hanno trovato il loro posto in una coesistenza pacifica nella fazione parlamentare dei riformisti di sinistra pro-sionisti di Linke in Germania, e che sono riusciti a sostenere l'assurdità politica di sostenere prima la candidatura di Morsi e della Fratellanza Musulmana d'Egitto nel 2012, solo per rifiutarsi poi di difendere la Fratellanza Musulmana dai massacri del Generale Sisi nell'estate del 2013, per collaborare apertamente infine con i sostenitori del colpo di Stato nel cosiddetto Fronte “Strada per la Rivoluzione”; o quei centristi che si sono molte volte opportunisticamente adattati ai castro-chavisti (come i lambertisti in Brasile) e/o che hanno più recentemente sostenuto in modo scandaloso l'opposizione di destra, pro-Usa, contro Chavez (come Chrino/UIT in Venezuela nel 2013) o contro il governo del PT brasiliano (vedi supporto della LIT morenista e dell'UIT alle dimostrazioni pro-impeachment).
Dobbiamo scegliere un diverso percorso. Fintantoché la classe lavoratrice e gli oppressi non possiedono un partito rivoluzionario battagliero – sul piano nazionale e mondiale – essi non possono vincere nella loro lotta di liberazione. Dunque, il compito più urgente nella fase attuale è la fondazione rapida di partiti rivoluzionari e di un nuovo Partito Mondiale della Rivoluzione Socialista. Questi nuovi partiti rivoluzionari sono forgiati nella lotta di classe così come in quella contro le direzioni ufficiali – i burocrati sindacali traditori, la socialdemcorazia, gli stalinisti, i nazionalisti piccoloborghesi e gli islamisti – che, coscientemente o meno, sviano i lavoratori e gli oppressi.
Per progredire significativamente in questo compito, l'unità di tutti rivoluzionari nel mondo è vitale. Tale unità può avere successo nel costruire una forte organizzazione bolscevica internazionale che condivida un comune programma così come una coscienza comune dei metodi di costruzione del partito, e che serva quindi per la formazione preliminare del nuovo Partito Mondiale della Rivoluzione Socialista (che, a nostro giudizio, sarà la Quinta Internazionale).
Di fronte alla controrivoluzione in marcia all'inizio di questa fase politica nuova, la RCIT chiama tutte le organizzazioni sinceramente rivoluzionarie e gli attivisti di tutto il mondo a unirsi nella lotta per un'organizzazione internazionale autenticamente marxista – e cioè bolscevica, adatta alle condizioni del ventunesimo secolo. Tale organizzazione internazionale ha bisogno di chiarezza teorica e pratica. Deve essere basata su una comune comprensione dell'applicazione del programma rivoluzionario alle principali questioni della lotta di classe internazionale di oggi. Deve non solo proclamare la strada verso la liberazione, ma anche chiamare per nome e combattere tutti gli ostacoli. In altre parole, deve farsi carico della lotta contro le numerose forze riformiste e centriste che disorientano e sviano la classe lavoratrice sotto la bandiera del “marxismo” - che è un “marxismo” privo della sua rivoluzionaria punta di lancia, un “marxismo” adattato convenientemente e opportunisticamente a tutte le possibili direzioni non operaie (riformisti, populisti, islamisti, etc.), o un “marxismo” che vegeta, ritiratosi dalla lotta di classe.
Per un approccio rivoluzionario alle questioni urgenti della lotta di classe mondiale
La chiarezza programmatica e l'unità devono essere esaminate sulla base delle questioni più importanti della lotta di classe, come di seguito.
* Difendere la Rivoluzione Araba contro tutti i suoi nemici stranieri e interni! Abbasso le dittature reazionarie in Siria ed Egitto, così come le monarchie del Golfo! No al ritorno della cricca di Ben Alì in Tunisia! Contro la banda del Generale Haftar in Libia! Per repubbliche dei lavoratori e dei contadini!
* Solidarietà internazionale alla Rivoluzione Siriana in corso! Continuare la lotta finché l'intero apparato statale baathista sia spezzato! Contro l'intervento militare dell'imperialismo russo, francese, USA, britannico e tedesco! No a qualsiasi accordo concertato dalle Grandi Potenze! Per il diritto del popolo kurdo all'autodeterminazione nazionale! Contro il reazionario Daesh!
* Abbattere lo stato imperialista d'apartheid di Israele! Per una Repubblica democratica, palestinese, multinazionale e socialista dei lavoratori e dei fellahin [“contadini”] dal fiume al mare (“Per una Palestina libera e rossa!”)! No alle soluzioni basate su due Stati! Vittoria alla Resistenza palestinese! Per la solidarietà popolare e dei lavoratori, come la campagna di boicottaggio!
* Contro le aggressioni imperialiste e le guerre! In Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen, Mali, Somalia e Nord Corea: sconfiggere la NATO imperialista, le forze russe e i loro alleati locali! Siamo dalla parte di coloro che resistono agli invasori imperialisti, senza dare alcun sostegno politico alle forze nazionaliste, islamiste o staliniste!
* Stop all'offensiva controrivoluzionaria in America Latina! No all'impeachment del governo Rousseff in Brasile! No al governo di destra Macri in Argentina! Per un fronte unico di massa dei lavoratori e delle organizzazioni popolari, che includa quelli che sono oggi sotto l'influenza dei riformisti e dei populisti (come i kirchneristi, i castro-chavisti, etc.)! Ma nessun sostegno politico a qualsivoglia governo populista-borghese o di fronte popolare! Espropriare le aziende multinazionali provenienti da USA, UE, Cina! Difendere l'Argentina dall'imperialismo inglese e cacciare la Gran Bretagna dalle Malvinas!
* Difendere i diritti democratici contro le dittature e le semi-dittature! Per fronti unici di massa dei lavoratori e delle organizzazioni popolari – incluse quelle oggi guidate da riformisti, populisti e islamisti – contro i regimi reazionari bonapartisti (come l'Egitto, la Tailandia, il Burundi, etc.).
* Sostenere la lotta di tutte le nazioni oppresse per l'autodeterminazione! Libertà per l'Azawad (Mali), la Cecenia, il Turkmenistan orientale (Cina), Belucistan, Kashmir, Irlanda del Nord, Paesi Baschi, Catalogna e tutte le nazioni oppresse! Sostenere la lotta della minoranza afro-americana negli USA (come il movimento Black Lives Matter) così come dei popoli nativi/indigeni nell'America del Nord e del Sud, per la liberazione!
* Uguali diritti per i migranti! No al controllo dell'immigrazione nei paesi imperialisti! Stipendi uguali e pieni diritti di cittadinanza! Uguaglianza per i migranti e per le lingue delle minoranze nazionali nel settore dell'istruzione e dell'amministrazione statale! Per un movimento rivoluzionario dei migranti!
* Combattere contro lo sciovinismo e la militarizzazione in Europa! Cancellare lo stato d'emergenza in Francia! No allo schieramento dell'esercito nelle strade d'Europa! Per il ritiro di tutte le truppe europee dal Nordafrica e dal Medio Oriente! Difendere i migranti musulmani contro il razzismo islamofobico! Uguali diritti per i musulmani! No agli arresti di massa contro gli islamici! Aprire le frontiere ai rifugiati!
* Scioperi generali contro l'offensiva dell'austerity! Stop agli attacchi ai salari e ai diritti dei lavoratori! Basta privatizzazioni! Cancellare il debito pubblico! Nazionalizzare tutte le aziende che licenziano o dichiarano bancarotta, e metterle sotto il controllo dei lavoratori! Espropriare le banche e le grandi aziende!
* Sostenere la lotta dei lavoratori e dei poveri greci contro l'UE-Troika! Per uno sciopero generale ad oltranza contro il Terzo Memorandum! Uscire dall'UE e combattere per un governo dei lavoratori! Demolire l'UE imperialista con una Rivoluzione Socialista! Per gli Stati Uniti Socialisti d'Europa!
* Abbasso tutte le Grandi Potenze imperialiste – USA, UE, Giappone, Cina e Russia! In ogni conflitto politico, economico o militare tra Grandi Potenze, il movimento operaio non deve dare sostegno a nessuna di esse, ma seguire il programma leninista del disfattismo rivoluzionario e dichiarare: il principale nemico è in casa nostra!
* Per la Liberazione delle Donne tramite la rivoluzione socialista! Sostenere la lotta delle Dalit e delle altre donne in India contro l'oppressione sistematica! Per unità di autodifesa dei lavoratori e dei poveri per la difesa delle donne contro la violenza! Uguali salari per le donne! Per la socializzazione dei lavori domestici! Per un movimento rivoluzionario delle donne proletarie!
* Per la liberazione della gioventù! Abbasso la repressione statale contro i giovani! Vendicare il massacro dei 43 studenti di Ayotzinapa in Messico! Solidarietà alla gioventù immigrata in Francia e in Gran Bretagna che lotta contro l'oppressione! Sostenere le proteste degli studenti sudafricani! Per un movimento rivoluzionario della gioventù!
Contrariamente ai burocrati riformisti come i castro-chavisti, il Partito della Sinistra Europea o il PC indiano, i rivoluzionari rigettano l'illusione che queste rivendicazioni immediate, per non parlare dell'intero programma, possano essere realizzate all'interno del sistema capitalista. Persino l'attuazione di queste rivendicazioni non può essere ottenuta tramite metodi riformisti incentrati sulle elezioni, sul lavoro parlamentare e sulle riforme. Il capitalismo in decadenza è incapace di offrire alcuna riforma durevole e significativa.
Invece, i rivoluzionari insistono nell'affermare che la lotta di liberazione deve essere condotta tramite una lotta di classe senza compromessi, e costruendo l'autorganizzazione dei lavoratori e degli oppressi. Questo è il motivo del sostegno dei rivoluzionari a tutte le forme di lotta di massa dettate dalle circostanze concrete – iniziando con le manifestazioni di massa, gli scioperi e gli scioperi generali, le occupazioni, fino alle insurrezioni armate e alle guerre civili. Allo stesso modo, i rivoluzionari promuovono in tutte le lotte la formazione di comitati d'azione dei lavoratori, della gioventù e delle masse popolari nei posti di lavoro, nei quartieri, nei villaggi, nelle scuole e nelle università. Inoltre, i rivoluzionari promuovono la formazione di unità di autodifesa operaia per difendere gli scioperi e le manifestazioni, così come i migranti o rifugiati contro la polizia e i fascisti. In situazioni di acuta lotta di classe, tali corpi possono espandersi cosicché i comitati d'azione diventino consigli (come i soviet in Russia nel 1917) che sostengano milizie armate operaie e popolari.
Rigettiamo ogni forma di settarismo verso le organizzazioni di massa della classe operaia. L'applicazione della tattica del fronte unico verso i sindacati e le altre organizzazioni operaie e popolari di massa è un elemento fondamentale per ottenere il risultato strategico della rottura della classe lavoratrice dalla burocrazia sindacale traditrice. Tale tattica deve concentrarsi su attività pratiche e deve includere la mobilitazione e l'organizzazione dei membri ordinari, avanzando richieste ai dirigenti, mettendo in guardia i lavoratori contro ogni illusione nella direzione burocratica, e facendo agitazione e propaganda indipendenti. Quindi, la tattica del fronte unico deve procedere legandosi all'aperta denuncia della burocrazia e al rifiuto di ogni blocco strategico con qualsivoglia fazione “sinistra” della burocrazia.
Rimane cruciale lavorare dentro i sindacati e le altre organizzazioni di massa per i rivoluzionari. I comunisti dovrebbero organizzarsi in frazioni e aiutare a costruire un ampio movimento dal basso [“rank-and-file”] per lottare contro la burocrazia privilegiata e infine per rimuoverla. Comunque, i rivoluzionari sono anche consapevoli che i sindacati di solito organizzano solo una piccola minoranza della classe lavoratrice. Allo stesso tempo, i sindacati sono spesso dominati dall'aristocrazia proletaria o dai settori più benestanti del proletariato. Dunque, è cruciale usare tutte le opportunità per costruire comitati di fabbrica e simili organismi nelle lotte per allargare la base dei lavoratori organizzati. Inoltre, i rivoluzionari devono attivarsi per organizzare gli strati inferiori e quelli oppressi della classe lavoratrice nei sindacati, e per portare rappresentanti di questi strati in posizioni dirigenziali, così che il dominio dello stato aristocratico possa essere eliminato.
I rivoluzionari devono combinare la loro partecipazione nella lotta di classe con un programma per il potere della classe lavoratrice. Ciò significa la totale rinuncia all'illusione di una via pacifica, parlamentare al socialismo propugnata dai partiti europei di sinistra, stalinisti e centristi vari (ad es. CWI, IMT). Ciò significa lottare per la costruzione di consigli d'azione dei lavoratori, dei contadini e dei poveri, di milizie popolari armate, per l'esproprio della classe capitalista e per il governo dei lavoratori alleati coi contadini e coi poveri urbani, basati su consigli locali e sulle milizie. Ciò significa preparare la classe lavoratrice per l'insurrezione armata, la guerra civile e la dittatura del proletariato come unici mezzi coi quali il proletariato può avanzare nella lotta per la liberazione.
Un'organizzazione rivoluzionaria internazionale come principale strumento della lotta per il programma
Queste sono alcune delle questioni più importanti della lotta di classe mondiale oggi. La chiarezza programmatica su cosa fare e cosa non fare è fondamentale per un'unità rivoluzionaria sostenibile. Comunque, non è sufficiente concordare su un programma. Bisogna sapere come combattere per il programma. In breve, ciò che è necessario è la congruenza del tipo di organizzazione di lotta che fa da strumento per applicare il programma alla realtà tramite la lotta di classe.
I rivoluzionari rigettano tutte le concezioni che esaltano i cosiddetti “partiti di sinistra ampi, pluralisti” come soluzione. Sicuramente, siamo per la massima flessibilità organizzativa e tattica verso le formazioni politiche che rappresentano strati di lavoratori e oppressi che si radicalizzano (includendo tattiche come l'entrata in tali partiti come frazione rivoluzionaria o l'appello a nuovi partiti operai). Ma rigettiamo categoricamente il concetto di “partiti di sinistra, pluralisti” come soluzione, perché ciò di solito significa unità dei burocrati e dei lavoratori, dei sostenitori e degli oppositori delle guerre imperialiste, dei sostenitori di una via pacifica e parlamentare così come dei sostenitori della via rivoluzionaria. In breve, tale “unità della sinistra” non farà che paralizzare l'attività rivoluzionaria, dunque è un'unità inutile. Ciò di cui la classe lavoratrice ha bisogno è un partito rivoluzionario di lotta: ciò va proclamato apertamente.
La lotta per un autentico partito rivoluzionario mondiale nella tradizione di Marx. Engels, Lenin e Trotsky è la più importante sfida per i comunisti oggi. Sicuramente, in questo momento siamo troppo pochi e non sufficientemente radicati nella classe lavoratrice. I grandi traguardi nella storia dell'umanità non cadono mai dal cielo, ma sono raggiunti da un duro lavoro sistematico. Formare un'unità organizzata internazionale di lavoratori e oppressi determinati e rivoluzionari, basata su un comune programma e una comune comprensione e dei metodi pratici e e organizzativi, è il prerequisito più importante per costruire tale nuova Internazionale rivoluzionaria. Essa sarà uno strumento nella conquista di ulteriori, più ampi settori dell'avanguardia operaia in futuro.
Non c'è una via nazionale per costruire un partito mondiale, ma solo una via internazionale. Quindi, un vero partito rivoluzionario, così come un'organizzazione pre-partitica, deve esistere come formazione internazionale fin dal principio. Senza un'organizzazione internazionale, l'autocentratura nazionale e infine le deviazioni nazionaliste sono inevitabili – dal momento che non c'è coscienza senza materia, o spirito senza corpo.
Analogamente, un partito rivoluzionario, così come un'organizzazione pre-partitica, deve essere basato sui metodi organizzativi del Bolscevismo (Centralismo Democratico, organizzazione di quadri, etc.). Esso dovrebbe orientarsi verso la conquista dei migliori militanti tra le fila della classe lavoratrice e degli oppressi – particolarmente quelli degli strati inferiori e medi. Dunque, noi rigettiamo l'orientamento della maggior parte delle organizzazioni centriste verso gli intellettuali del ceto medio così come verso la burocrazia sindacale e l'aristocrazia operaia. Tale lavoro non può essere condotto col solo mezzo della propaganda, ma deve essere combinato con un lavoro esemplare tra le masse.
Compagni, stiamo vivendo in un periodo talmente complesso e turbolento, così pieno di cambiamenti e svolte! È tempo di superare la routine e fare coraggiosi passi in avanti! La RCIT chiama tutti i combattenti per la liberazione della classe lavoratrice e degli oppressi di tutto il mondo a unire le forze nella lotta per la costruzione di un nuovo partito rivoluzionario mondiale. Date differenti tradizioni e posizioni, potrebbe essere necessaria formare prima un Blocco o un Comitato di Collegamento tra diverse organizzazioni prima di poter ottenere l'unità rivoluzionaria. Quali che saranno le fasi intermedie, l'obiettivo deve essere lo stesso: l'unità rivoluzionaria per costruire un nuovo Partito Mondiale della Rivoluzione Socialista!
Nessun futuro senza socialismo!
Nessun socialismo senza rivoluzione!
Nessuna rivoluzione senza un partito rivoluzionario!
Incoraggiamo organizzazioni e attivisti a contattarci e a mandarci le loro idee e critiche, di modo da poter discutere sui concreti passi in avanti verso una comune discussione e una collaborazione: rcit@thecommunists.net
La RCIT ha sezioni e attivisti in Pakistan, Sri Lanka, Yemen, Tunisia, Israele/Palestina Occupata, Brasile, Gran Bretagna, Germania, USA, e Austria.
Per un quadro complessivo delle posizioni della RCIT, rimandiamo gli interessati al nostro sito internet e in particolare al programma della RCIT: The Revolutionary Communist Manifesto, www.thecommunists.net/rcit-manifesto
Discorso di Michael Pröbsting (Segretario Internazionale della RCIT) al festival del PCL in Italia il 4 settembre 2016, www.thecommunists.net
L'italiano Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) ha organizzato un festival per il suo decimo anniversario a Firenze dall'1 al 4 settembre. Durante diversi incontri i compagni hanno discusso sulla situazione nazionale, sulla lotta di liberazione femminile, così come sulla lotta di classe internazionale.
Diversi ospiti internazionali hanno partecipato al festival, incluso Michael Pröbsting, Segretario Internazionale della RCIT. Di seguito pubblichiamo un video del discorso del compagno Pröbsting in inglese e in italiano.
Video: https://www.youtube.com/watch?v=OENvfNBxdfw&feature=youtu.be